Navigare
in Oceano : Istruzioni per l'uso |
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Premessa |
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Qualche tempo prima di partire per un viaggio ci si comincia a
preparare, domandandosi come sarà il viaggio e pensando a cosa si
porterà con sé e a che cosa ci manca, in funzione della stagione,
del tempo e del luogo in cui ci si recherà.
Navigare in Oceano sarà per molti un'esperienza nuova e per alcuni
la rivisitazione di un ricordo di qualche tempo fa. Certamente un
luogo e un ambiente lontano dalla nostra esperienza abituale.
Riteniamo quindi di fare cosa utile presentando qui di seguito
un piccolo sommario di quanto abbiamo imparato durante le nostre
navigazioni.
La barca per la navigazione oceanica è a prima vista poco differente
da quelle sulle quali abbiamo navigato in Mediterraneo. La differenza
principale riguarda gli spazi, che sono stipati di provviste, di
parti di ricambio e dotazioni. Anche i bagagli dell'equipaggio sono
più voluminosi, specie per lunghe navigazioni.
Se la barca è preparata a dovere, ci saranno, al contrario delle
crociere costiere, cuccette dotate di tele antirollio, predisposte
per fornire quel po' di confort in più per il riposo in navigazione.
E' difficile descrivere l'Oceano, che è assai più variato del Mediterraneo,
non fosse altro che per la grande estensione in longitudine che
copre. Tuttavia qui ci preme ricordare che la nostra permanenza
sul mare e in navigazione sarà di gran lunga superiore a quanto
siamo normalmente abituati a sperimentare.
Il movimento della barca sarà continuo e spesso ampio, benché si
presenti di rado così duro come capita invece spesso in Mediterraneo.
Le onde possono assumere dimensioni rilevanti, ma sono di solito
più lunghe e dolci.
Il tempo meteorologico, vista la permanenza in mare, sarà difficilmente
costante. Naturalmente temperatura, vento, precipitazioni saranno
molto diverse in funzione del luogo in cui si navigherà: a Capo
Horn potrà nevicare orizzontalmente anche d'estate, mentre al passaggio
dell'equatore si potrà ansimare nell'umidità e nella calma dei "doldrum".
Si potranno incontrare più facilmente periodi di brutto tempo,
dove le risorse dell'equipaggio e della barca saranno sottoposte
a sforzi prolungati.
In questo caso la caratteristica più rilevante che si noterà sarà
la mancanza di spazio personale, ancor più sensibile in quanto non
sarà evidentemente possibile godere di un intervallo scendendo a
fare una passeggiatina a terra.
Questo fatto e il tipo di navigazione impongono perciò di seguire
delle regole precise e vincolanti nell'uso delle risorse di bordo
e dei comportamenti di civile convivenza.
E' bene che i membri del futuro equipaggio siano già a conoscenza
di queste prima della partenza, per essere psicologicamente preparati
e consapevoli.
Per attenuare l'impatto della mancanza di spazio, la prima e più
importante regola è quella di rispettare rigorosamente la privacy
di ciascuno, la nostra come quella dei compagni di navigazione.
Perciò lo spazio fisico assegnato a ciascuno di noi dovrà essere,
per quanto possibile, sacro, inviolabile e "unico", nel senso che
sarà lì l'unico posto dove ci si potrà ritirare in solitudine e
dove le cose personali potranno stazionare senza inconvenienti.
Dopo brevissimo tempo diventa infatti insopportabile trovare radio,
walkman, pipe, sigarette, pettini, lozioni solari, ecc. sparsi un
po' dovunque negli spazi comuni o, orrore!, sulla tavola da carteggio.
Inoltre bisogna prepararsi a rispettare il riposo di chi ha finito
il proprio turno (anche noi riceveremo lo stesso trattamento) evitando
per quanto possibile di fare eccessivo rumore: canti e discussioni
sono spesso un gradito diversivo, ma sarà bene trovare un loro spazio
temporale in vicinanza dei pasti, che sono i momenti principali
di aggregazione durante i quali è probabile che tutti siano svegli.
La seconda regola, altrettanto essenziale, è di rispettare e attuare
i compiti assegnati dal Comandante (Skipper). Se qualcuno si sottrae
ad essi, oltre a far gravare sugli altri la sua quota di lavoro,
si pone automaticamente in una posizione di rifiuto del gruppo e
di antagonismo nei confronti del resto dell'equipaggio, deleteria
per la buona riuscita della navigazione.
Se dovesse verificarsi un'esigenza individuale di modifica dei
compiti assegnati è assolutamente essenziale parlarne con lo Skipper
prima di prendere iniziative personali, anche se concordate con
altri che si possono prestare a "sostituire" la persona.
La terza regola di base è lo scrupoloso risparmio delle risorse
di bordo. Anche quando vengono messi in opera metodi di controllo,
è bene che questi siano concepiti come una verifica dell'autonomia
rimanente piuttosto che come una costrizione fiscale ed imposta.
L'acqua è il primo elemento da risparmiare: acqua significa vita,
e non per scherzo. Dovesse mai succedere un imprevisto, avendo acqua
si può resistere per mesi, anche senza o con pochissimo cibo. Senza
acqua il limite di sopravvivenza è intorno ai due giorni.
Per lavarsi esiste però l'acqua di mare, a volontà. Unico inconveniente:
un maggior grado di odorosità dell'equipaggio. Certo che se si soffre
personalmente di questi problemi sarà bene prevedere di portare
con sé un buon deodorante...
Infine la quarta regola, o meglio raccomandazione, è di avere disponibilità
verso gli altri e voglia di creare e mantenere un clima di amicizia
e di solidarietà.
Navigare in Oceano lontano dalla normalità, in un ambiente ristretto
e interdipedente, sottoposti alle prove che la natura, indifferente,
propone può diventare un'esperienza meravigliosa, basta che si seguano
queste, tutto sommato semplici e facili, regole e raccomandazioni.
Un'atmosfera amichevole è favorita dalla convivialità: ne parleremo
ancora nell'ultimo paragrafo.
I bagagli subiscono la limitazione degli spazi di bordo: sono ovviamente
bandite le valigie rigide, non si saprebbe dove stivarle!
Non è normalmente possibile portare con sé altro che una
borsa o sacco da marinaio e uno zainetto o borsa per macchina foto/cine.
Lì dentro deve stare tutto.
La vita è pi&ù facile per chi naviga ai tropici: meno indumenti
pesanti.
Peraltro sarà opportuno portare con sé come minimo, oltre a una
buona scorta di indumenti intimi, due ricambi completi in modo che
uno possa essere sempre asciutto e indossato mentre l'altro, se
necessario, viene fatto asciugare o lavato (con acqua di mare o
piovana!).
Nel caso di navigazioni in climi freddi è opportuno prevedere di
indossare tre strati di indumenti: uno sopra la pelle, per tenere
caldi, uno intermedio per espellere l'umidità e uno esterno per
proteggere contro vento e acqua (la cerata). E' anche probabile
che sia necessario avere due ricambi degli indumenti interni e intermedi,
contro l'umidità.
Ai tropici è fondamentale avere cappellini e occhiali da sole:
il caldo, i riflessi e il sole a picco sulla testa sono difficilmente
paragonabile ad alcunché dalle nostre parti.
Nei climi freddi sono importanti i guanti (ottimi quelli da roccia,
caldi e impermeabili, inutili quelli da barca, anche delle migliori
marche) e magari anche occhiali da sci contro gli spruzzi gelati.
Immancabile in questo caso il berretto di lana o di "pile".
Sotto qualunque latitudine sono indispensabili almeno le scarpe
da barca con suola antiscivolo, che andranno indossate sempre. Alle
alte latitudini lo sono anche gli stivali da barca, grandi abbastanza
da permettere di indossare calzettoni senza costringere il piede:
stare fermi al timone raffredda i piedi molto di più che sciare
in alta montagna.
Vi sono alcune cose che ciascuno deve preoccuparsi di portare con
sé: le medicine personali, per eventuali trattamenti consigliati
dal proprio medico, i propri occhiali da vista, in numero multiplo!
e i fazzoletti. Non bisogna scordare anche il necessario per la
toeletta, gli asciugamani e almeno una federa per il cuscino.
La farmacia di bordo, pur essendo adeguatamente dotata, non potrà
far fronte ad esigenze speciali né a fornire creme abbronzanti!
La necessità di trattamenti medici va notificata (nel rispetto
della privacy) allo skipper perché sappia come comportarsi in caso
di emergenza.
Non dovrebbe essere neanche necessario ricordare che ogni tipo
di stupefacente anche blando è bandito da bordo, sia per ragioni
legali (immaginate cosa potrebbe succedere ad un'ispezione doganale)
che di buon senso: fondamentale la coesione e l'efficienza dell'equipaggio,
quando si è anche in senso letterale sulla stessa barca e si dipende
gli uni dagli altri.
Ci si ricordi perciò che violare questa regola porta all'espulsione
da bordo al più presto e alla consegna alle autorità di polizia
del posto che si va a raggiungere: lo Skipperè l'autorità legale
a bordo!
Passando a cose più simpatiche: ogni membro dell'equipaggio dovrà
avere con sè un coltello da marinaio e una piccola torcia elettrica
personale con adeguata scorta di batterie di ricambio.
Cinture di salvataggio, luci stroboscopiche di emergenza e fischietti
saranno forniti sulla barca, a meno che non si voglia utilizzare
le proprie, se si possiedono e si riescono a stipare nella borsa
da viaggio.
I pasti, come già accennato, sono uno dei pochi momenti in cui
tutti possono stare insieme e a bordo si cerca di organizzare i
turni in modo che i momenti di riposo possano essere interrotti
senza problemi durante i pasti.
Il buon cibo è anche un elemento di armonia ed è quindi importante
che si dedichi una parte della propria energia alla sua preparazione.
La disponibilità di un cuoco professionista o anche di un buon
dilettante è improponibile a bordo di una piccola barca, salvo assolute
eccezioni. Anche perché vorrebbe dire che il poverino sarebbe relegato
nel suo ruolo e non potrebbe quasi neanche metter fuori il capo.
Ogni membro dell'equipaggio sarà quindi chiamato, a turno, a preparare
i pasti per tutto l'equipaggio. Si consiglia vivamente di esercitarsi
al mestiere del cuoco per raggiungere un livello di qualità almeno
passabile, comprendendo anche la preparazione e cottura del pane.
Sarà poi l'esperienza a completare la sua preparazione, ivi incluso
cucinare con la barca sbandata e in violento movimento sulle onde,
al caldo e all'umido dei fuochi, con la cerata addosso per evitare
di venire scottato dall'acqua bollente che gli si rovescia addosso...
Comunque...
A bordo la disponibilità di cibi freschi sarà naturalmente limitata
ai primi giorni o al massimo alla prima settimana di navigazione.
Salvo un saltuario, ancorchè spesso consistente, apporto di pesce
fresco, pescato in navigazione, la dieta di bordo dovrà basarsi
sostanzialmente sulle provviste che ci si procura nello scalo di
partenza.
Inoltre, sarà bene considerare la grande difficoltà di preparare
pasti differenziati, che ne escludono la pratica attuazione.
Perciò la necessità di disporre di alimenti speciali o anche solo
diversi da quelli usati dal resto dell'equipaggio può costituire
un serio argomento di riflessione sulla propria partecipazione.
La dieta di bordo più usata sulle nostre barche è peròò costituita
sostanzialmente da abbondanti colazioni di tipo mediterraneo, con
marmellate, caffè cioccolato, latte e yoghurt, se disponibili, pane
a cassetta a lunga conservazione, se non si riesce a fare il pane
a bordo, burro ecc.
Il pranzo e la cena sono centrati su pasta o riso, cui si aggiunge
graditissimo il pesce pescato, il formaggio e i salumi secchi.
Le uova, lo scatolame (carne e pesce), le cipolle e le patate possono
essere conservati a lungo.
Non è invece facilmente ipotizzabile l'uso di carne fresca, verdura
e frutta, salvo nei primissimi giorni o in luoghi dove il clima
sia veramente freddo.
Ogni Skipper deciderà la composizione e l'andamento dei turni e
assegnerài compiti di bordo.
In linea di massima ogni membro dell'equipaggio avrà la sua funzione
e le sue funzioni saranno a conoscenza anche di un secondo membro,
in grado di sostituirlo in caso di necessità.
Le conoscenze nautiche e il carattere delle persone sono un elemento
fondamentale che lo Skipper prenderà in esame nel fare la sua scelta.
Nella distribuzione dei compiti, la sicurezza dell'equipaggio e
della barca hanno la priorità ed essi sono concepiti in questa ottica.
L'esperienza nautica non è, al contrario di quanto si potrebbe
pensare, un elemento essenziale per partecipare a una navigazione
oceanica, nel senso che non si esclude di avere a bordo un principiante.
Tuttavia se non si sa tenere in mano il timone e condurre la barca
con ragionevole perizia, o non si è in grado di apprenderlo in breve
tempo, significa che lo Skipper non potrà contare su quella persona
per uno dei compiti fondamentali della navigazione, che dovrà ridistribuire
agli altri membri dell'equipaggio.
L'altra qualità che è necessario possedere è una certa insensibilità
al mal di mare: è ovvio che non si può fermare la barca e far scendere
la persona che soffre, né i rimedi a disposizione sono particolarmente
efficaci. Abbiamo avuto esperienza, sia pur in circostanze meno
critiche, di persone così sensibili da essere ridotte in breve tempo
in stato di grave disidratazione e a un passo dalla necessità di
serio trattamento medico.
La disponibilità di tempo libero a bordo sarà in funzione del tipo
di navigazione e del numero e dell'esperienza delle persone dell'equipaggio.
Dove l'adempimento dei compiti di bordo lascia spazio ed energia
c'è però modo di trascorrere allegramente il tempo.
Di sicuro parte di quello a disposizione viene impiegato semplicemente
ad assaporare la navigazione. In molte tratte di Oceano, specie
nella zona degli Alisei, questo è un piacere molto grande, per la
velocità della barca, i colori del mare e degli spruzzi sollevati
dalla prua e per la frequente presenza di animali, dai pesci volanti
ai delfini e alle balene.
Tuttavia, quando non si sta in coperta, che sia per il sole o per
il freddo, sono graditi i giochi di carte o di dadi e l'ascolto
di musica preferibilmente dal vivo (ma le chitarre sono molto ingombranti)
se non c'è gente che dorme.
Portare con sé strumenti adeguati può essere davvero una buona
idea, così come avere una buona scorta di giochi di società (senza
troppe pedine, però). Anche la lettura è un buon passatempo per
quando si desidera essere isolati, se non incrementa la sensibilità
al mal di mare.
Molti di noi infine amano portare con sé la documentazione della
propria vacanza.
In questo caso è opportuno ricordare alcune cose:
- la possibilità di ricarica delle batterie delle videocamere
a bordo può essere problematica, per la scarsa disponibilità di
prese adatte e per i conflitti tra i molti utilizzatori.
- le riprese tendono a essere ripetitive e concentrate sugli stessi
soggetti; vale la pena di soffermarsi a pianificare un po' la
propria "storia" prima della partenza.
- il reperimento di pellicole e nastri adatti è spesso incerta:
è bene fornirsi di quanto serve prima della partenza.
- condividere con gli altri le proprie riprese fotografiche è
più facile se si utilizzano diapositive.
- alcuni dei momenti più emozionanti coincidono anche con il maggior
impegno nelle manovre: è bene aspettarsi di non poter fare tutte
le riprese che si desiderano, perché "il dovere innanzi tutto".
- spesso in mare la luce è molto forte, quindi si possono usare
pellicole a bassa sensibilità, ma alle alte latitudini hanno dato
buona prova pellicole a 400 ASA, che consentono anche di riprendere
animali in movimento con focali abbastanza lunghe.
Sarà gradito se la parte migliore della vostra documentazione sarà
resa disponibile a Oceani 3000 per la riproduzione a beneficio di
tutti. |