Torna alla home...
   L' associazione
   Le navigazioni
   Il libro di bordo
   A vela in oceano
   La barca oceanica
   I programmi futuri
   Il Giro del Mondo
   Racconti di Mare
   Tall Ships 2000
   I nostri amici
 
   Home
Isole del Capo Verde - Canarie '97
Torna a "Il Libro di bordo" elenco racconti
Torna a "Dal diario di Cristina"

Relazione tecnica

Dal diario di Nanni

Lunghezza della navigazione: 1.200 miglia

Equipaggio: Giancarlo (Skipper), Arturo, Luca, Massimo, Nanni, Stelio

Il nuovo equipaggio arriva pieno di forze per affrontare il rientro, che si prospetta meno vacanziero e comodo dell'andata. Giancarlo, fiero del suo neo brevetto di sub, mette subito in pratica gli insegnamenti, munito di bombole e coadiuvato da Nanni, monta l'elica arrivata fresca fresca, mentre Luca si aggira fra i cavi elettrici dell'impianto per cercare di minimizzarne i problemi, Massimo assume il ruolo di Caronte (si va a terra col battellino che tiene due persone) e Stelio e Arturo fanno conoscenza con la barca. Adesso, con l'elica e un impianto elettrico un po' meno disastroso, le prospettive sono diverse, e la visita delle isole non é più un problema.

Per questi giorni di turismo all'equipaggio si aggiungono due gradite ospiti, Vanda e Mimma. La vista alle isole di Barlavento, verso WNW é l'ultimo sprazzo vacanziero che la barca si concede. Le isole sono affascinanti: rupi vulcaniche aride e irte di picchi e di falesie, dove i rarissimi e isolati cespugli sembrano estranei al paesaggio.

L'Oceano si fa sentire un poco tra le isole, ma il vento in questo periodo non è forte, tranne che nei tratti sottovento, dove rinforza come nelle famose "accelerazioni" che troveremo alle Canarie, toccando anche forza sette e otto, quando "fuori" non raggiunge forza cinque.

Pesci volanti e delfini ci fanno frequente e numerosa compagnia, mentre non si vedono che rarissime barche di pescatori, vicino a terra sottovento.

Stranamente non riusciamo a pescare, ma Mimma e Vanda suppliscono con preparazioni di alta cucina di un marlin comprato a Sal.

Il rifornimento dei viveri viene compiuto con un po' di adattamento alle limitate risorse disponibili (ottimi pero' l'acquavite locale e il pesce) a Mindelo, la Milano delle Isole: una cittadina di un 30.000 abitanti pulita e ordinata con un porto commerciale che, a dispetto delle indicazioni quasi terroristiche del portolano inglese che utilizziamo, ci sembra simpatica e tranquilla. Forse siamo più flessibili dei britannici e usiamo più buon senso e prudenza quanto basta.

Sta di fatto che ci viene offerto e prestato con simpatia e delicatezza l'aiuto di gente locale che, disoccupata, cerca di rendersi veramente utile, al di là del guadagno sperato e ottenuto. Solo un po' di attenzione ai ragazzi che stazionano sul molo e che tentano di sfilarci un po' di denaro con tecniche da mafietta rudimentale, più divertenti che preoccupanti.

Nel tratto di ritorno che inaugura i nostri turni diamo anche il via alla pesca, con varie catture tra cui un tonno di una decina di chili che fatichiamo non poco a tirare a bordo e che viene preparato in modi superbi e vari per più pasti.

Sabato 23 agosto, a mezzogiorno, sbarcate le nostre gradite e gentili ospiti, fatta nafta e acqua via autobotti, "Skidaway Lady" lascia gli ormeggi di Baia di Palmeira e coraggiosamente si appresta ad affrontare la bolina, col suo valoroso seppur non numeroso equipaggio. Vento da Nord Est, fino a forza 5, ma in diminuzione di notte, Giancarlo elabora una strategia di navigazione che sarà pagante e prevede un lungo bordo con mure a dritta che avvicina alla meta verso Nord e in assenza di vento recupera più verso Est a motore per bilanciare lo scarroccio infame della barca, con un successivo bordo verso Est in prossimità delle Canarie.



I "dorade" si pescano bene anche di bolina (vero Nanni?), ma la barca si rivela ben presto poco vivibile in queste condizioni: oltre alla difficoltà di riposare in assenza di teli antirollio, anche cucinare diventa un'impresa, che malgrado tutto l'imperterrito lupo di mare Stelio continua ad affrontare. Una cabina non è agibile perché costantemente bagnata, e tutta la struttura dà una impressionante idea di fragilità. Arturo non demorde, e sebbene debba diminuire la frequenza delle osservazioni al sestante, non vi rinuncia, il GPS potrebbe anche guastarsi! Sarà l'assenza di stralletto e volanti, sarà la randa non bellissima (rullabile, una vera mutanda, quasi come il fiocco), sarà la regolazione dell'albero, la barca non stringe, e sempre più ognuno si convince che le barche d'affitto devono limitarsi al programma per cui sono fatte: stare in porto. L'assenza di un tavolo da carteggio, infatti, la dice lunga sulla destinazione prevista per questa barca....

Il tempo è stabile, come ci aspettavamo. Questo significa graduali e leggere variazioni nella forza e direzione del vento, tra forza tre e cinque e tra NNE e NE, e nella dimensione delle onde lunghe che si gonfiano solo durante un paio di giorni. I pesci volanti si fanno via via più rari e la temperatura si abbassa gradualmente fino a costringerci a reindossare pantaloni e felpe sotto le cerate durante i turni di notte. La copertura nuvolosa dovuta alla convergenza tropicale che ci schermava dal sole e dalle scottature alle isole cede gradualmente il passo alle nuvolette dell'Aliseo.

Non abbiamo voglia di trascorrere molto del nostro tempo libero fuori dalle cuccette: pescare e pulire il pesce (tanto) e cercare di migliorare il rendimento della barca, preoccupazione continua di Giancarlo, Luca e Nanni, insieme alla carenza di riposo e alla scomodità dello stesso, ci rendono meno vacanzieri e più tesi dei nostri predecessori. Forse per questo riusciamo senza fatica a dare fondo alle bottiglie di vino, di acquavite locale e di whisky. Non incontriamo nessuno.

Massimo, alla sua prima esperienza oceanica e quasi alla prima di vela, dopo ormai quattro settimane ha maturato un'ottima sensibilità al timone e un'altrettanto sonora antipatia per questa bolina.

L'arrivo a Hierro, la notte fra sabato e domenica, é salutato con sollievo, anche se segna con dispiacere la fine di un'esperienza unica. Finalmente si potrà riposare, cucinare, fare un po' di vacanza: invece no, il meritato riposo dei nostri, viene negato da un porto pericolosissimo per un'insistente e insidiosa risacca e un fondale traditore che preoccupano non poco e procurano anche alcuni lievi danni e un incidente a Giancarlo, fortunatamente con conseguenze limitate. Ma anche il mattino arriva, prima o poi, e alla luce del giorno si risolvono anche i problemi più difficili.

Qualche giorno ancora di visite alle affascinanti e poco turistiche Hierro e Gomera, poi la tradizionale visita al Pico del Teide e la riconsegna di Skidaway Lady che per cinque settimane e 1.200 miglia é stata la nostra casa e il nostro mezzo di trasporto e che é diventata parte integrante dei nostri ricordi di navigazione, sempre belli da raccontare, da rivivere, da condividere e da ampliare.

Quando ripartiamo?

Vai ad un link per le Isole del Capo Verde

The (unofficial) Cape Verde Home Page

Chad Call's Cape Verde Page

The Official Cape Verde Embassy Page


Torna a "Dal diario di Cristina"
Torna a "Il Libro di bordo" elenco racconti

Oceani 3000
Tel/Fax: +39-02-26147380
indirizzo e-mail